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Il Romanino di Brera resta negli Usa

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Il Giorno 20 January 2012
Da Giulia Bonezzi

La corte: ha ragione la famiglia ebrea. Il dipinto della pinacoteca rivendicato come bottino nazista

Milano, 20 gennaio 2012 - Si allontana la prospettiva di veder tornare dall’America il Romanino conteso tra la Pinacoteca di Brera e gli eredi di Federico Gentili di Giuseppe, un ingegnere ebreo la cui collezione fu messa all’asta dal governo collaborazionista di Vichy. Il 3 gennaio scorso una corte federale della Florida avrebbe dato ragione a Lionel Salem, il nipote del collezionista, che ne aveva già chiesto a Brera la restituzione nel 2000 insieme a un altro quadro del Civerchio, dopo aver recuperato altri cinque dipinti dal Louvre. Ne dà notizia un’artista newyorkese, Laura Gilbert, sul suo blog. Aggiungendo che «né Brera né il governo italiano, che la possiede, hanno risposto al ricorso del governo Usa, e la corte ha pronunciato un giudizio a loro sfavorevole».

A Brera la sovrintendente Sandrina Bandera rispetta il silenzio stampa invocato a protezione di una «trattativa delicatissima». La Pinacoteca, comunque, era uscita dalla partita già nelle prime ore: a trattare con gli eredi di Giuseppe, prima, e scontrarsi in tribunale col governo Usa, poi, è il Ministero dei Beni culturali. Dal quale ieri non siamo riusciti a ottenere smentite o conferme: la funzionaria che ha seguito la vicenda demanda ogni chiarimento alla direttrice generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanea, che era fuori per servizio. E ha da poco sostituito, ad interim, la sua predecessora, promossa dal ministro Lorenzo Ornaghi a segretario generale del Ministero.

Il «Cristo portacroce trascinato da un manigoldo» dipinto dal Romanino nel 1538 era partito in marzo insieme ad altre 49 opere del barocco lombardo per una mostra al Mary Brogan Museum di Tallahassee, Florida. Il 21 luglio, all’indomani della proroga dell’esposizione fino al 4 settembre, un procuratore ne aveva bloccato il rientro a causa del contenzioso internazionale. Il museo di Tallahassee ha pagato caro il clamore generato dalla vicenda, nonostante la presenza del capolavoro gli avesse procurato un boom di visitatori. La direttrice Chucha Barber si è dimessa a metà dicembre, e il Brogan chiuderà il 15 gennaio per una ristrutturazione che lo riporterà a museo della scienza e della tecnologia. Basta, con l’arte. Il Romanino era già sparito dalle sue pareti il 4 novembre, sequestrato e trasferito in una località segreta dalla polizia doganale americana «per proteggerlo in attesa che ne sia accertata la proprietà», a seguito della rottura delle trattative. A quel punto il governo Usa si era già convinto che il «Cristo» appartenga alla collezione confiscata dell’ingegnere, fuggito dall’Italia per le leggi razziali e morto a Parigi un mese prima dell’invasione nazista.

giulia.bonezzi@ilgiorno.net

http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2012/01/20/655817-romanino_brera.shtml
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